Informatutto

Capsule di spumanti, che passione! C’è chi fa pazzie per collezionarle.

12 Novembre 2023

Articolo di Renato Malaman tratto da “Il Mattino di Padova” del 9 gennaio 2016

 

Collezionare capsule di spumanti, che passione! C’è persino un club in Italia, è il CCC, Club Collezionisti Capsule, appunto.

Eh, sì. Quei lamierini colorati, al pari e forse più, dei colleghi tappi a corona delle bottiglie d’acqua e delle bibite (che un tempo venivano utilizzati per giocare a “Giro d’Italia”), sono oggetto del desiderio di tante persone. C’è chi va persino a un mercatino in Francia, a Vertus (dalle parti di Reims), il giorno di San Martino per scambiarli a livello internazionale. Vecchie capsule semi arrugginite di bottiglie di Champagne, quasi introvabili ormai, hanno raggiunto quotazioni che superano tranquillamente il migliaio di euro. In Catalogna, a San Filiu, è sorto il primo museo dedicato alle capsule.

Giovedì scorso due collezionisti lombardi del CCC, Gianfranco Ramaro di Sumirago (Varese) e Luigi Lardaro di Sale Marasino (lago d’Iseo), hanno fatto visita all’azienda Maeli di Luvigliano di Torreglia, incontrando la titolare Elisa Dilavanzo e la sua collaboratrice Benedetta. Hanno acquistato bottiglie del Fiordarancio spumante premiato in concorsi internazionali, pur di assicurarsene le capsule. E hanno pregato Elisa (davvero sorpresa per questo interesse) di essere avvertiti quando uscirà la nuova capsula del nuovo vino. Anzi le capsule, perchè Maeli ha già pronte altre novità spumantistiche per il 2016

“In Italia” spiegano Ramaro e Lardaro “sono censite 4747 capsule di vino. Averle tutte è pressochè impossibile. Ci si diverte a sfogliare i cataloghi della nostra associazione e la rivista che ci tiene aggiornati su tutte le nuove scoperte”.

Le capsule dello spumante sono quei lamierini circolari che si trovano sulla sommità dei tappi di sughero a fungo, bloccati dalla gabbietta di sicurezza degli spumanti, champagne e vini frizzanti in generale.
Le prime capsule erano “anonime”, semplici dischetti di acciaio o colorati, al massimo con qualche scritta identificativa, ma un po’ alla volta, molte cantine hanno iniziato a personalizzarle con il loro logo, slogan o immagini rappresentative, facendole diventare accattivanti oggetti da collezionare.

E quando si sono resi conto del potenziale pubblicitario e rappresentativo della capsula, la maggior parte dei produttori di spumanti e vini frizzanti di tutto il mondo hanno iniziato a differenziare sempre più frequentemente il logo, le immagini ed i colori delle proprie capsule, creando così un interesse in crescita esponenziale presso i collezionisti, perennemente a caccia del pezzo mancante.

Sviluppatosi inizialmente in Francia e Spagna, l’hobby di collezionare le capsule è presto diventato una realtà ben consolidata e si sta velocemente affermando anche in Italia, dove la maggior parte dei collezionisti convergono nel Club Collezionisti Capsule.

Il Club in questi anni ha fatto molti proseliti e implementato notevolmente i soci iscritti; ha inoltre organizzato incontri e mostre in tutta Italia, partecipato a numerosi saloni multitematici, fiere, manifestazioni, convegni, e mantenuto contatti con diversi produttori al fine di sviluppare sempre più questo affascinante hobby.

la rivista del Club Collezionisti Capsule
un tappo della Maeli

 

Nelle foto sotto, Vertus, la cittadina nei pressi di Reims dove ogni anno l’11 novembre si tiene il mercatino internazionale dedicato alle capsule

Vertus, Chiesa di Saint Martin
Vertus, Place de la Republiq